LEGGENDE NAPOLETANE
poeti non ti destano che un sorriso di pietà; essi sono morti e vive Napoli bella ed immortale, vive la gioventù gioconda, vive il glauco mare, vivono
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di colori, né capolavoro d'arte, né donna bellissima valevano a trargli un sorriso sulle labbra. Nella città una fanciulla sottile e pensosa si
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eroico sorriso le sfiorò le labbra. Ella si adorava; idolatrava la propria bellezza e vi abbruciava ogni giorno un copioso incenso che si univa a quello di
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fatte per quel sorriso lungo, profondo e cosciente che poche donne conoscono; le trecce folte, brune, s'incupivano in un nero azzurro. Si chiamava Tecla
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lama d'argento, con un lieve sorriso sulla bocca, il cui grosso labbro inferiore s'avanzava quasi in atto di spregio, inchinando appena il fiero capo
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labbra schiuse hanno una traccia di sorriso che è una indefinita speranza. È vero. è vero, il dolore è passato dal corpo all'anima; è vero, l'anima è
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gentile, nel cui volto si accoppiava il gaio sorriso dell'anima innocente al malinconico riflesso di un cuore sensibile; egli era nel medesimo tempo
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hanno sorriso senza mestizia, pur anelando alla novella primavera. La pianta secolare ha prestata la sua ombra benevola a tanta gioventù; la contorta e
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tutto un sorriso. Posillipo è l'altissimo ideale che sfuma nella indefinita e lontana linea dell'avvenire; Posillipo è tutta la vita, tutto quello
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, dolente e rabbiosa; un'anima che ha un pianto e fa piangere; che ha sorriso e fa sorridere; un bimbo che gli uomini hanno torturato ed ucciso come un
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soave sorriso, è perduta la sua bionda bellezza. Donna Romita china il capo, abbattuta; ancora non ha avuto il tempo di esser giovane e già si sente